In latino cur è l’avverbio interrogativo perché.
E se la cura fosse solo farsi le domande giuste?
E se curare fosse continuare a chiedersi perché?
E se la curiosità fosse il modo migliore per curare?
(da Parole Sotto Sale – Piccolo Vocabolario Poetico di Claudia Fabris)
Il primo passo de La Cura è il Silenzio.
Lo spazio sgombro, il tempo vuoto, il cuore in ascolto. Nessun rumore a far da sfondo.
La Cura comincia quando ci liberiamo di tutto, ci fermiamo, osserviamo e ascoltiamo attenti il nostro silenzio.
Il primo sguardo di Verso Sud è il silenzio che riempie gli spazi e inaugura l’ascolto.
Vedremo la musica di Pier Alfeo fatta di compressioni e rarefazioni nel suo hybrid set “Covarianze”, la danza deformante, evanescente eppure carnale di Amalia Franco nel suo primo quadro di “Lasciare andare con grazia” e, infine, il dialogo lirico ed estatico del duo che non necessita di presentazioni: Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello Pianist. Sentiremo le opere di Fabrizio Riccardi che profumano di oblio ma anche di presenza, di inconsistenza e di naftalina.
I muri in Via D’Onofrio e Vico Gisotti rinasceranno nel silenzio con le linee quasi del tutto prive di colore e di rumore di Never2501.
Tutto il resto accadrà in Largo Abbazia dalle 20:30 in poi.
Il secondo giorno di Verso Sud è dedicato al momento successivo al silenzio, quello in cui scendiamo nella parte buia di noi stessi con gli occhi spalancati dalla paura eppure senza vedere nulla. La paura del buio. La camera oscura di ciascuno di noi dove si impara a vedere senza luce, ad aspettare la luce. In questa intermittenza scopriamo una voce. La nostra. Come una luce nel silenzio. Come una parola nel buio.
Il secondo sguardo di Verso Sud si affaccia sulle opere di Giuseppe Negro, che porta nel nome il tema del suo amore per il nero carbone. Qui, da un sotterraneo buio giunge una voce, un madrigale di Alfonso Guida che apre le porte alla mostra “Wood Grains” per far entrare un raggio di luce con un filo di voce. L’elettronica intimista dell’album “The Comfort Zone” di MAKAI e la danza nel buio di Amalia Franco nel secondo quadro di “Lasciare andare con grazia” preparano gli occhi per l’arte pubblica di La rouille dove l’oscurità si alterna alla luce, le figure umane sono appena percettibili da un occhio che ha imparato a vedere anche al buio.
Dopo Il Silenzio e L’oscurità, il terzo sguardo di #versosud è La Luce.
Quel raggio di luce che si alternava intermittente al buio ha vinto la lotta e adesso è più forte di tutto. Ricordando che ogni luce proietta la sua ombra e c’è luce proprio per contrasto, giocheremo con questa forza immateriale e vitale, portatrice di rivelazioni, emozioni e premonizioni.
Fare luce è dare ordine al buio, calore e vita al fiore nascosto che abbiamo colto.
Scrive Freud: “un ragazzino di tre anni, in una camera senza luce, si lamentava per la paura del buio e chiedeva alla zia di dirgli qualcosa; lei gli obiettava che non sarebbe servito a niente del momento che non avrebbe potuto vederla: ma il ragazzino aveva risposto: – se qualcuno parla c’è la luce.”
Il terzo sguardo di Verso Sud si apre ancora su Largo Abbazia, dove ne Il Caffè della Controra Emar Orante parlerà della luce dei luoghi e del vento di SudEstasi che lì soffia. Claudia Fabris, laverà via l’ombra con acqua, sale e un canto, mostrerà la luce accecante dell’ombra e il suo potere rivelatore, e mai stanca, ci condurrà ne “La caverna di Platone” dove ciascuno potrà giocare con la propria ombra. Sprofonderemo poi in una chiesa del Settecento e Roberto Latini ci condurrà nelle viscere de “Il Cantico dei cantici”, prima che Biondo Dio si esibisca “Dal vivo senza poesia”. Un’ultima parola di luce e poi tutti “Into c’ddar”, cioè nella grotta, con la chitarra e la voce di Andrea Nabel: se qualcuno canta c’è luce.
Intanto Emanuele Poki in Piazza dei Bambini continuerà a prendersi cura del suo giardino disegnato…
Il 14 settembre ci sarà luce anche di notte.
Il quarto sguardo di Verso Sud è su Il corpo.
Lo spazio che abitiamo e di cui dobbiamo imparare a prenderci cura.
È la parola che cura, la voce che riempie il silenzio e illumina il buio, la forza che rende vivo il corpo e fertile la terra. L’ultimo sguardo, il desiderato approdo di Verso Sud è L’amore.
La cura è l’amore.
L’ultimo appuntamento di Verso Sud inaugura un nuovo vento: “Street art & Santità”. Il primo progetto nel mondo che si occupa della nascita di nuove edicole votive, con linguaggio artistico contemporaneo, fotografico
La “Madonna fotografica” di Claudio Laudani è la prima tappa di un percorso che proseguirà negli anni, riempiendo Corato di nuovi simboli artistici legati alla ricerca sul sacro. Un progetto innovativo, che se da una parte rinnova i canoni della cosiddetta street art, ricongiungendoli con una radice sacra, dall’altra opera sull’iconografia sacra, umanizzando la figura di Maria ma “trasmodando” allo stesso tempo le sue sembianze, secondo l’uso dantesco del verbo (Par. XXX, 19-20).
Controra è progetto di formazione rivolto a bambini fino a 99 anni.
Controra è un laboratorio di ricerca basato sui principi dell’educazione emotiva e sensoriale.
Controra contiene un opporsi, un gesto contrario,
un moto di rivoluzione.
Controra è piccola perché ha in sé i sogni dei piccoli.
Controra è scuola perché skholé in greco è il tempo libero, dedicato all’errare della mente.
Naturale, perché cerca la naturalezza nell’apprendere,
nel conoscere, nello scoprire.
Non c’è cura che non parta dai bambini. Per questo, prima ancora di lanciare il programma ufficiale di Verso Sud festival, abbiamo annunciato la nascita di un nuovo progetto dedicato ai bambini: Controra – Piccola Scuola Naturale, a cura di Angela Malcangi e Hans Hermans.
Controra è un laboratorio di ricerca basato sui principi dell’educazione emotiva e sensoriale. Controra contiene un opporsi, un gesto contrario, un moto di rivoluzione. Controra è piccola perché ha in sé i sogni dei piccoli. Controra è scuola perché skholḗ in greco è il tempo libero, dedicato all’errare della mente. Naturale, perché cerca la naturalezza nell’apprendere, nel conoscere, nello scoprire. Ai bambini di oggi manca il contatto di prima mano con le cose semplici.
“Il punto di partenza per questo intervento è stata una riflessione sulla struttura geografica della Murgia. La Murgia è l’unica area di steppa mediterranea che esiste in Italia ed ha una forma semicircolare. L’uomo ha cercato di sopperire alla mancanza d’acqua che ha sempre caratterizzato la Puglia costruendo uno dei più grandi acquedotti d’Europa che ha destabilizzato vari fattori legati all’acqua e all’uso tradizionale dei pozzi. Questo intervento vuole essere una sorta di mappa mentale che usando la forma del cerchio parla di un’interazione pacifica e costruttiva tra uomo e natura. Punto focale del muro è il cerchio formato da un frammento di linee e dalla stessa edera.”
Opera di Never2501
Opera di Never2501, di seguito le sue parole:
“Questo è il mio secondo intervento per Verso sud festival, un tributo a Vasilij Kandinskij e al suo libro Point and line to plane: “La ripetizione è un potente mezzo per elevare la vibrazione interiore e allo stesso tempo è una fonte di ritmo elementare che, a sua volta, è un mezzo per raggiungere l’elementare armonia in ogni forma d’arte.””
Questa è un’opera di La Rouille, di seguito le sue parole:
“Il mio lavoro è ispirato a ” The road” di Cormac McCarthy: “Uscì nella luce grigia, si fermò e vide per un attimo l’oscura verità del mondo: il tempo sospeso, un mondo in tregua e gli occhi pieni di lacrime per lui. Una volta che il rumore si fermò, si trascinò di nuovo in strada… di nuovo nel mondo che fu una volta, e si rese conto che l’oscurità era tutto ciò che era rimasto… la sua pelle stava bruciando… e la sua mente era persa nel caos, i suoi occhi si riempirono di piccoli specchi di polvere metallica e sospeso nel dubbio girò la testa un’ultima volta prima di svanire nel nulla eterno.””
Nella prima edizione di Verso Sud festival il laboratorio tenuto da Angela Malcangi e Franco Arminio si basava sul libro “Il topo sognatore e altri animali di paese”, edito da Rrose Sélavy. I bambini crearono nuove storie di animali di paese, storie così belle che l’editore Massimo De Nardo, nella ristampa del libro, decise di pubblicarle in calce.
A una di quelle storie si è ispirato Emanuele Poki per questa edizione, per le sue cicale e per il loro canto:
Verso Sud è una cicala.
Che periodicamente si estenua nel canto,
che si uccide per donare a chiunque, con invadenza meritata,
concerti estivi che riempiono l’aria,
il corpo, la terra.
Verso Sud è estenuante, per i ragazzi che ci lavorano.
Verso Sud è un regalo, per la città invasa.
Verso sud muore per rinascere ogni volta, per ricantare ogni volta.
Opera di Kris Rizek, di seguito le sue parole:
«Dato che dall’etimologia del termine latino cur deriva la stessa parola latina curae ed il termine cur in latino è proprio l’avverbio interrogativo “perché” ho deciso di collegare questa cosa a coloro che fanno più domande in assoluto: i bambini. Così “Baby Why” rappresenta proprio quel “Perché, perché, perché”».